mercoledì 9 gennaio 2013

Inizio dell'asilo, con i nuovi biberon Avent

Federico cresce alla velocità della luce e così domenica, nel giorno della Befana, ha compiuto i suoi primi tre mesi. Tre mesi da quel sabato mattina in cui bussò alla vita senza che nemmeno me ne accorgessi, per poi venire alla luce nella sera nel modo più dolce e sbrigativo in cui si possa nascere. Mi piace molto scrivere i miei racconti del parto "a caldo" perchè purtroppo tendo a dimenticarmi molte cose e rileggendomi è come se le rivivessi. E' cresciuto tanto Federico, ci riempie di sorrisi, vocalizza in modo tenerissimo, non ha più coliche, è abbastanza tranquillo e di notte tutto sommato dorme.

Lunedì, alla bellezza di 3 mesi e 1 giorno, ha iniziato a frequentare l'asilo nido. La nostra è stata una scelta non facile ma nemmeno troppo sofferta. Lo abbiamo iscritto appena possibile, in modo da poter lavorare di nuovo a tempo pieno. L'asilo del paese mi piace molto, ci sono delle ottime educatrici di cui so di potermi fidare, le stesse che hanno visto crescere sia Lorenzo che Gabriele. Spero che, come i suoi fratelli, Federico sia sempre contento ed entusiasta di andare a scuola, sintomo di un bel ambiente sereno e rilassato. Così siamo sereni e rilassati anche noi genitori al lavoro.
Federico ovviamente è ancora allattato esclusivamente e, nonostante questa volta non sia stato così semplice come per gli altri due, lo allatto al seno. Molti danno per scontato che con l'inizio dell'asilo nido l'allattamento debba interrompersi, e invece no, anche questa volta, così come feci per Gabriele, voglio impegnarmi ad allatarlo ancora con il mio latte.
Comprai il tiralatte quando Lorenzo aveva circa un mese. Navigai in internet alla ricerca del modello migliore e da molti mi fu consigliato l'Avent. Scelsi quello manuale perchè sinceramente quello elettrico mi fa un po' impressione, e non me ne sono mai pentita. Insieme al tiralatte comprai lo sterilizzatore da microonde, lo scaldabiberon e il sistema di conservazione Via, tutto della stessa marca. L'ho trovata un'idea brillante quella di avere diversi accessori tutti compatibili tra di loro e soprattutto di poter utilizzare gli stessi vasetti in cui stoccavo il latte per poi trasportare o congelare le prime pappe.
Il tiralatte, in generale, non parlo di questa marca, è uno "strumento di tortura" con cui bisogna prenderci un po' di confidenza. Bisogna trovare il proprio feeling, il proprio ritmo, il proprio ambiente adatto. Le prime volte fa un po' impressione, anche un po' male se vogliamo dirla tutta. Ma poi quando si parte pian pianino diventa tutto molto naturale e semplice. Con Lorenzo cercai di tirarmi il latte perchè, intorno ai suoi tre mesi di vita, dovevo sostenere l'esame di stato e speravo che, come tutti i bimbi più o meno normali, potesse stare qualche ora col papà per lasciarmi studiare e poi andare in universita. Niente, nada, nulla da fare. Quel bambino era già testardo allora: non ci fu verso di dargli un biberon o qualsiasi altra cosa che non fosse il seno. Non ci provai proprio fino in fondo, ovvero non lo feci piangere e saltare la poppata per "prenderlo per fame", mi sembrava un po' crudele non essendoci una necessità così urgente, comunque non ci fu verso. Mi tirai, per sicurezza, qualche porzione di latte da tenere nel congelatore, chissà mi fosse andato via da un giorno all'altro come sentii qualcuno dire (cosa che stento ancora a credere possa accadere) e ogni vasetto fu puntalmente buttato nello scarico del lavandino. Solo a svezzamento avviato un bel giorno, intorno ai 10 mesi, dal nulla, decise di bere il latte dal biberon, e ancora adesso, a 4 anni suonati, ne è innamorato.
Con Gabriele la questione fu diversa: dovevo lavorare per forza e dovevo lasciarlo al nido a partire dai tre mesi. Provai intorno al suo mese di vita a dargli il mio latte col biberon e... lo bevve senza batter ciglio. Ancora una volta ebbi conferma che Lorenzo è un bambino proprio "speciale".
Ora con Federico riparte questa noiosa (lasciatemelo dire) avventura. Passare una mezz'oretta al mattino e una al pomeriggio attaccati ad una pompetta non è proprio il massimo della vita. Eppure lo faccio volentieri, perchè so che per il mio bambino il mio latte è l'alimento migliore al mondo, e spero di avere la costanza di arrivare allo svezzamento in questo modo così come fu con Gabriele.

Un paio di mesi fa fui contattata per partecipare ad un test dei nuovi biberon Avent. Accettai volentieri essendo una loro affezionata consumatrice. Mi arrivò per posta il nuovo modello di biberon, che in realtà avevo già addocchiato in farmacia, e fui molto contenta di sperimentarlo prima con Lorenzo, poi con Federico. La prima cosa che però pensai fu "ecco, lo sapevo, adesso cambiano tutto e i miei vecchi accessori Avent non potranno più essere utilizzati!" E invece no, quei furboni di inglesi hanno cambiato il design rendendo il biberon sia più carino esteticamente che più simile al capezzolo nella tettarella, ma hanno mantenuto lo stesso attacco della ghiera, in modo che sia il tiralatte che il sistema Via possano essere ancora utilizzati. E proprio così sto facendo: il tiralatte, al terzo figlio, è ancora perfettamente funzionante e di nuovo in piena attività, correlato soltanto da un biberon più carino. Che vada meglio o peggio del precedente non lo so. Federico si attacca volentieri sia alla tettarella nuova che a quella vecchia. Non so nemmeno se provochi più o meno coliche, purtroppo Federico ne ha sofferto molto ma quando ancora era allattato esclusivamente dal seno, quindi non posso fare paragoni. Solo una cosa vorrei segnalare al signor Avent: questo biberon è leggermente più alto del precedente (parlo del modello da 240ml) e a lavarlo con la spugna ci si arriva a malapena fino in fondo. Lo so che esiste lo scovolino apposito, ma vuoi mettere la comodità di lavarlo insieme a tutto il resto senza tirar fuori altri attrezzi?! E un'altra cosa, visto che ci siamo, giusto per essere pignoli: se lo metto nello sterilizzatore da microonde nello spazio apposito per i biberon, il tappo non si chiude più proprio perchè è un pochino più alto. Io risolvo tranquillamente mettendolo in uno spazio più alto, che sarebbe destinato alla tettarella, e non succede proprio nulla di grave, ma mi sa che bisognerà ristudiarci anche lo sterilizzatore se vogliamo proprio fare le cose per benino!
Ecco, questo post infinito lo termino qui, ringraziando il signor Avent per l'omaggio del biberon, anche se già aveva conquistato tutta la mia stima e fiducia quando telefonai al servizio consumatori dicendo che avevo fuso il tappo dello sterilizzatore e me ne mandarono uno nuovo gratuitamente a casa. Penso che un servizio così al giorno d'oggi sia ben raro da trovare. (Per la cronaca: lo sterilizzatore lo tenevo nel forno e un bel giorno, per fare la pizza, accesi il forno senza toglierlo! Ora ho cambiato posto...)



2 commenti:

  1. biberon a parte, io ho sempre usato quelli del supermercato tettarelle comprese, ma si può allattare e tornare a lavorare. io l'ho fatto con entrambi i miei figli, avevano 4 mesi quando sono rientrata al lavoro. il primo era con una baby sitter, il secondo ha iniziato l'inserimento al nido che non li aveva ancora compiuti, i 4 mesi. li ho allattati entrambi oltre l'anno. è laborioso, bisogna trovare il tiralatte giusto, capire come gestirlo, ma si può fare. al massimo, se il bambino è particolarmente affamato (come nel caso dei miei) puoi iniziare a introdurre lo svezzamento un po' prima dei fatidici 6 mesi. in bocca al lupo ;-)

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    1. Infatti con Gabriele iniziai lo svezzamento a 5 mesi e mezzo. Lui si rifiutò di mangiare qualsiasi altra cosa che non fosse il mio latte fino ai 7 mesi... e così fui schiava del tiralatte per 4 mesi :-)

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